Ho conosciuto Heike Haller nel 2005.
Ero nella mia
Galleria di Bologna, entrò e disse:
Mi sono appena laureata al DAMS, torno a Bolzano e tra qualche tempo le invierò delle opere. Chiuse la porta e bye bye.
Non ebbi il tempo di reagire di fronte a quel viso rosso, rubicondo e sorridente.
Dopo andai a New York.
Ci perdemmo di vista.
Un giorno andai a bolzano e la contattai.
Mi accolse a casa come se ci fossimo visti il giorno prima.
Ora me la ritrovo adulta e dovrei giudicare le sue opere.
Cazzo!
Io sono complice degli artisti,
Non sono un curatore che ama spiegare l arte.
Quando c'è non ha bisogno di traduttori.
La lingua che parla è quella delle emozioni non delle parole.
Cento persone davanti ad un quadro di Picasso o di un disegno di una bambina avranno cento risposte diverse.
Anzi molte volte non sapranno distinguerli.
Mi piace, non mi piace, non capisco sono le tre variabili principali ufficiali.
Ma le emozioni che quelle opere danno o non danno saranno una diversa dall'altra.
Sono e rimangono emozioni personali.
Allora vi dirò le mie emozioni quando ho visto le opere della mostra.
Voglia di sesso e serenità.
Voglia di sesso perché lei usa un linguaggio molto elegante ed al contempo suadente che prende.
Non è il giochino del vedere o non vedere. È la percezione che lei sta facendo sesso con me e con chi guarderà le sue opere.
La sua è una voglia, un desiderio di trasmettere il bisogno di sesso.
Non è una provocazione.
Il sesso è la parte originaria e costituente della vita e dei rapporti sociali.
Per lei è una scelta ed uno stile di vita.
Oggi siamo tempestati da immagini di sesso. Sui social, nelle televisioni.
Ma quelle sono le immagini ossessive ed oppressive di un sesso globalizzato, usato per violetarci, per far uscire il peggio che alberga in ognuno di noi.
Il messaggio di Heike è all'opposto un sesso di amore, di comunione, di fratellanza, universale.
Oltre i generi.
Scopiamo perché è bello ma facciamolo amandoci.
Una delle opere esposte è l'errore che conferma la regola.
Quella mano maschile che opprime il volto della ragazza.
Violenza, machismo, l'homus
Illiteratus che ritiene che due coglioni valgano più di una vagina.
Ciò che vale è il rispetto, la dolcezza, la complicità.
Valori che ripudiano l'ignoranza.
Valori che abbelliscono la nostra vita, partendo dalla parte che viviamo a letto.
Serenità
Le sue opere mi rendono sereno.
Non ho ancora raggiunto la pace dei sensi ma apprezzo chi riesce ad infonderni serenità con un bel nudo femminile.
Questa è la bellezza.
Bellezza, bellezza di cui sentiamo la mancanza nella vita e nell'arte.
Di fronte al bello ci inchiniamo, pensiamo, riflettiamo, siamo felici.
Le opere di Heike trasudano bellezza.
Linee chiare, decise, dettate dal cuore senza mediazione alcuna.
Quelle macchie d'acqua sull'inchiostro sono di una raffinatezza sublime.
Ricordano un'antica tecnica giapponese, nata nell'anno 1000.
Suminagashi.
Sumi è l 'inchiostro, nagashi che fluttua, galleggia.
Heike va oltre la tecnica arrivando alla filosofia.
L' assunto teorico si basa sul fatto che l'essere umano è immerso in un campo di frequenze misurabili attraverso sofisticati strumenti messi a disposizione dalla fisica quantistica (squid) che rappresentano la qualità della sua vita biologica ed emotiva.
In sintesi ogni volta che emettiamo un pensiero, un comportamento conseguente, un'emozione diamo forma caratteristica alle nostre frequenze che a loro volta impattano sulle frequenze altrui, interagendo ed influendosi reciprocamente.
Io mi lascio fluttuare e godo.
Danke Meisterin Heike Haller.
Buona visione.
Pietro Franesi
PF INTERNATIONAL CURATOR
©
Former Director
New York Contemporary Art Biennale
Dubai Art Biennale