domenica 7 dicembre 2014

ROSANNA FERRAU curated by Pietro Franesi

CURATELA

"Luce su Fibonacci e la cultura nuragica" L'uso del neon nell'arte contemporanea nasce negli anni 40. Dopo la prima insegna , utilizzata esattamente cento anni fa nel negozio di un barbiere parigino si è diffuso in ogni ambito della vita quotidiana e da subito divenuto un simbolo della modernità. Il neon è anche uno dei materiali più ricchi di potenzialità espressive tra quelli utilizzati nel campo artistico contemporaneo. La sua energia smaterializzata, l’intensa gamma dei colori, la sua capacità di trasformarsi in segni, lettere e forme a due o tre dimensioni, lo ha infatti tramutato in una vera e propria “materia” duttile e luminosa.di grande versatilità espressiva. Molti artisti hanno indagato in modo specifico la fortuna dei tubi al Neon Soffiato nel panorama artistico internazionale degli ultimi cinque decenni, disegnando un viaggio attraverso poetiche, visioni e sensibilità diverse accomunate dalla attrazione per le possibilità espressive di un materiale straordinariamente versatile, in cui si combinano origine industriale e realizzazione artigianale. Mentre il neon tende a scomparire dalle città contemporanee, sostituito da più prosaiche insegne luminose a led, è l’arte visiva a rammentarci oggi la sua vicenda straordinaria e ad aprire le sue ancora inesplorate possibilità. In questa breve presentazione vorrei sottolineare due aspetti: Il primo è che fino ad ora le ricerche dei grandi maestri , come Dan Flavin, Joseph Kosuth, Maurizio Nannucci, Mario Merz, Francois Morellet e Bruce Nauman, , e Pierpaolo Calzolari per arrivare a Maurizio Cattelan, Tracey Emin, Alfredo Jaar e Jason Rhoades, Tsuneko Taniuchi, Vedovamazzei , Flavio Favelli, Piero Golia e Riccardo Previdi. hanno pensato il neon o comunque la fonte luminosa per l’analisi puramente linguistica a cui si è affiancata la ricerca sulle potenzialità architettoniche ed urbane, così come la dimensione geometrica a quella politica e sentimentale. L'altro elemento su cui focalizzare l'attenzione è che molti grandi artisti, Picasso in primis, hanno preso molto dalla cultura popolare ma lo hanno fatto con la puzza sotto il naso e comunque mai rivelandone lo stretto legame, per paura di essere considerati antiquati e premoderni. Rosanna Ferrau va oltre le ricerche fatte dai grandi maestri e va oltre l'ipocrisia di Picasso e di tanti altri. E' la prima ed unica artista sul pianeta che usa le fonti luminose, principalmente il Neon, non per ribadire una superiorità del moderno sull'antico, non per farne solamente un problema linguistico o di spazio- tempo ma per valorizzare la tradizione popolare e consacra la cultura popolare come musa ispiratrice delle sue opere, fiera di essere erede e testimone di una cultura millenaria che va interpretata e valorizzata. Ci conferma che l'arte è sempre contemporanea e che esiste una sottile linea di separazione tra l'opera artigianale e l'opera artistica, che l'arte contemporanea può essere usata per valorizzare il patrimonio accumulato, nel suo caso quello immenso del popolo sardo e della sua isola. Identità ed innovazione sono i fiumi in cui lei intende navigare per ribadire la forza propulsiva e propositiva dell'arte. Lei, a differenza dei grandi artisti citati, non disegna i progetti che poi vengono realizzati da artigiani, lei disegna e realizza. Perchè lei è insieme artista ed soffiatrice del vetro. Alla Mostra personale di Cagliari, che si terrà dal 28 novembre al 14 Dicembre all'ExMA, presenterà le nuove opere della serie Fibonacci. Un'impresa ardua legare la matematica ed i suoi codici segreti alla tradizione nuragica e popolare sarda. D'altra parte la sua scelta di legare il neon, icona della società industriale, alla lana, al sughero, al granito, all'asfodelo, ed altri elementi tipici di una società agricola e di un tempo archeologico, dimostrano il suo coraggio e nel contempo la padronanza di un mestiere difficile, il soffiatore di vetro appunto, che sembra dimenticato dalla società contemporanea. Lei accetta una sfida che altri finora hanno rifiutato o non hanno pensato. Qual'è il legame che unisce la scienza alla tradizioni popolari? Cosa ha a che fare il Popolo dei Giganti con il Codice Fibonacci? La risposta sta nella ricerca e nello studio che sono preliminari e ispiratrici delle opere di Rosanna Ferrau. Esistono , anche oggi, avvenimenti e scoperte che rimangono avvolte da una nube di interpretazioni, suggestioni, supposizioni.. Rosanna non vuole sostituirsi alla scienza ma confrontarsi recando un punto di vista originale. Un'arte insieme piena di valori artigianali, dalla scelta dei materiali alla loro lavorazione, ma anche di interpretazione dei codici che accompagnano le grandi ricerche scientifiche e la storia popolare. Sicuramente un'artista che vale la pena seguire, con un linguaggio di facile comprensione e nello stesso tempo colto. Solo i grandi artisti riescono ad unire questi due fattori. By Pietro Franesi Direttore delle Biennali di New York & Dubai